Eredità e donazione della nuda proprietà: effetti sulla successione.

Commento alla sentenza della Cassazione civile sez. II, 02/09/2020, n.18211 che risponde al quesito di cosa accada in caso di successione della donazione di nuda proprietà? Quali gli effetti in caso di usufrutto (congiuntivo) sull’eredità?

Introduzione:
La recente sentenza di Cassazione, n. 653/2017, emessa sulla scorta della sentenza della Corte d’appello di Potenza, ha gettato nuova luce sulla divisione ereditaria dei beni appartenenti ai fratelli P. nell’eredità del genitore P.N.

La sentenza, oggetto di numerosi ricorsi e motivi, ha affrontato diverse questioni legate ai criteri di collazione per imputazione, gestione dell’azienda agricola, compensi e spese sostenute per miglioramenti.

Per in non addetti ai lavori, ricordiamo che la collazione per imputazione è un principio del diritto successorio che riguarda la restituzione alla massa ereditaria, per la divisione tra gli eredi, dei beni donati dal defunto durante la sua vita.

In particolare, si applica alle donazioni in cui il donante si riserva un usufrutto o altri diritti sull’oggetto donato.

Quando un erede riceve una donazione della nuda proprietà, con riserva di usufrutto, la legge richiede che tale bene sia “collazionato”, cioè restituito alla massa ereditaria. Tuttavia, la collazione per imputazione prevede che il bene venga valutato non per l’intero valore della proprietà, ma solo per il valore della nuda proprietà al momento dell’apertura della successione. Ciò significa che il donatario deve restituire alla massa ereditaria il valore equivalente alla parte del bene che aveva ricevuto in donazione.

Un esempio di collazione per imputazione

Immaginiamo una situazione in cui un genitore, P.N., ha donato un immobile di valore 300.000 euro al figlio P.M., riservandosi però l’usufrutto del bene fino alla propria morte. Quando P.N. muore e si apre la successione, il figlio P.M. è chiamato a restituire il valore della nuda proprietà dell’immobile alla massa ereditaria. Supponiamo che al momento della donazione, il valore dell’usufrutto riservato da P.N. sia di 100.000 euro. Quindi, secondo il principio della collazione per imputazione, al momento dell’apertura della successione, il figlio P.M. dovrà restituire alla massa ereditaria solo il valore della nuda proprietà, che è di 200.000 euro (300.000 euro – 100.000 euro).

La restituzione di questo importo contribuirà a garantire una divisione più equa dei beni ereditari tra tutti gli eredi, poiché il valore dell’usufrutto precedentemente riservato dal donante verrà considerato nella distribuzione della successione. Questo è un esempio semplificato di come funziona la collazione per imputazione nell’ambito di una donazione con riserva di usufrutto.

La finalità della collazione per imputazione è garantire una più equa distribuzione dei beni ereditari tra tutti gli eredi, tenendo conto delle donazioni ricevute dal defunto durante la sua vita.

I Fatti di Causa su un caso di eredità e donazione della nuda proprietà e usufrutto.

La contesa tra i fratelli P. riguarda principalmente la divisione dei beni ereditati, considerando anche le donazioni ricevute in vita dal genitore. Il Tribunale di Matera aveva inizialmente emesso una sentenza sulla divisione dei beni, ma la Corte d’appello di Potenza, con la sentenza n. 103 del 2015, aveva respinto gran parte delle obiezioni mosse da alcuni dei coeredi.

La Corte d’appello aveva ordinato la collazione per imputazione dei beni donati, tenendo conto del valore della piena proprietà all’apertura della successione. Inoltre, aveva condannato alcuni coeredi a corrispondere una quota degli utili dell’azienda agricola agli altri coeredi esclusi dalla gestione. La sentenza, successivamente confermata con alcune modifiche, ha anche affrontato questioni relative a spese per miglioramenti, compensi per la gestione e altre valutazioni patrimoniali.

La Decisione di Cassazione:
La sentenza di Cassazione, nella sua recente pronuncia, ha accolto il primo motivo di ricorso riguardante la collazione per imputazione. La Corte ha chiarito che nel caso di usufrutto congiuntivo, come quello in oggetto, il bene donato è soggetto a collazione per imputazione per il valore della nuda proprietà al momento dell’apertura della successione, a prescindere dalla morte del coniuge usufruttuario.

Il principio che risponde al quesito di cosa accade all’eredità in caso di donazione della nuda proprietà; quali gli effetti sull’usufrutto in caso di successione.

Qualora il donante abbia donato la nuda proprietà di un bene, riservandosi l’usufrutto per sé e per il coniuge, vita natural durante e con reciproco diritto di accrescimento (cosiddetto usufrutto congiuntivo), se il coniuge sia morto prima dell’apertura della successione del donante, il bene donato è soggetto a collazione per imputazione secondo il valore della piena proprietà, mentre se il coniuge sopravviva al donante, il donatario sarà obbligato a conferire solo il valore della nuda proprietà al momento dell’apertura della successione.

Fonte:Guida al diritto 2020, 39, 75

Implicazioni Giuridiche:
Questa sentenza di Cassazione ha un impatto significativo sui criteri di collazione per imputazione, soprattutto in presenza di usufrutto congiuntivo. Inoltre, stabilisce chiaramente che, quando alcuni coeredi gestiscono un’azienda, la valutazione dovrebbe basarsi sui frutti civili anziché sugli utili d’impresa.

Le implicazioni pratiche di questa decisione potrebbero riflettersi su numerose altre divisioni ereditarie coinvolgenti situazioni simili. La sentenza fornisce un chiarimento essenziale su questioni di diritto successorio, influenzando la valutazione e la distribuzione dei beni ereditari.

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